Per quanto riguarda la riforma del Catasto una prima data importante è il 20 febbraio, data entro cui dovrà essere discusso in Parlamento il decreto legislativo con i criteri estimativi dei nuovi immobili. Il testo vero e proprio è ora al vaglio dell’ufficio legislativo del Ministero dell’economia dopo che le Entrate hanno completato la stesura.
2 macro – categorie
Dalle notizie trapelate dai vari incontri svolti dalle parti, la riforma del catasto prevede di distinguere gli immobili in due macro – categorie. La prima categoria dovrebbe riguardare gli immobili a “destinazione ordinaria” nella quale confluiscono case, negozi ed uffici il cui valore patrimoniale dovrebbe essere calcolato in base ai metri quadri e non in base ai vani (l’algoritmo terrà conto dell’ubicazione geografica e le caratteristiche dell’immobile). L’altra categoria riguarda immobili ad “uso speciale” il cui valore patrimoniale sarà calcolata in maniera diretta.
Per quanto riguarda la prima categoria (immobili a destinazione ordinaria) i tecnici hanno molta difficoltà a reperire alcune informazioni statistiche in merito alle compravendite effettuate. Infatti, a causa del crollo del mercato, in molti comuni (circa 5 mila), le transazioni effettuate sono state meno di 100, un dato effettivamente troppo esiguo per poter ricavare una media di settore.
Pertanto i tecnici hanno pensato ad informazioni alternative, come i prezzi “battuti” nelle aste giudiziarie e come sopralluoghi “virtuali” da effettuare con foto aree e google street in modo da stimare il valore di un immobile e verificarne lo stato. In ogni caso probabilmente il valore di mercato sarà “temperato” applicando una percentuale di abbattimento che per ora è stimata nel 20 % del valore.
L’Esecutivo, in base alle dichiarazioni rilasciate nelle ultime settimane, potrebbe intervenire preliminarmente sul testo della riforma, già prima dell’esame formale del testo. Dalle categorie infatti sono giunti interessanti suggerimenti, e pertanto si potrebbe decidere di operare come con l’esame del decreto delle commissioni censuarie ( D. Lgs 198 del 2014), per il quale il governo esaminò le proposte di tutte le parti coinvolte.
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