Con l’approvazione della legge di stabilità 2016 cambia la normativa in materia di pagamento in contanti, e viene pertanto ad essere nuovamente variato un limite che in passato è stato ridotto. Nel 2008 il limite di pagamento in contanti era pari a 12.500 euro, ma successivamente tale limite è stato ridotto sino alla variazione prevista con la manovra Monti (in questo caso la soglia era stata ridotta sino al valore di mille euro).
L’art. 1 comma 898 della legge di Stabilità 2016 prevede pertanto un innalzamento della soglia da 1.000 euro a 3.000 euro per la quale diviene obbligatorio l’utilizzo di mezzi tracciabili per effettuare il pagamento (i mezzi di pagamento utilizzabili saranno pertanto bancomat, bonifici, assegni, carte di credito, ecc.), ed il limite oltre ai contanti riguarderà anche titoli al portatore e libretti di deposito al portatore. La stretta fatta registrare dal governo dovrebbe avere lo scopo di facilitare i pagamenti ed incentivare il commercio, anche se in molti hanno lamentato un possibile incremento dell’evasione fiscale.
Diffusione dei pagamenti elettronici
Per quanto concerne le statistiche di utilizzo e diffusione di strumenti di pagamento alternativi al contante i Pos (dispositivi che consentono il pagamento con bancomat o carta di credito) presenti in Italia sono circa 1,9 milioni, un dato impressionante se confrontato con i Pos presenti all’interno di altri (in Francia ad esempio gli stessi sono 1,3 milioni). Vista la diffusione dei Pos, la moneta elettronica negli ultimi anni è stata la maggiore alternativa al pagamento in contanti (addirittura il 60 % delle transazioni registrate viene effettuato tramite carta di pagamento, molto più indietro sono altri strumenti come gli assegni).
Per quanto riguarda l’utilizzo di mezzi di pagamento elettronici il nostro paese risulta essere molto indietro rispetto ad altri paesi europei. In Italia nel 2014 sono state registrate in media 80 operazioni di pagamento con strumenti elettronici per ogni cittadino. In testa a questa classifica ci sono gli abitanti del Regno Unito (308 operazioni pro capite), mentre il fanalino di cosa è la Grecia (18 operazioni a testa). L’Italia non si segnala quale paese che utilizza frequentemente strumenti di pagamento elettronici visto che sono numerosi gli Stati, come la Spagna (dove le operazioni pro capite annuali si attestano a 129), che hanno frequenze di utilizzo di moneta elettronica maggiori.
Per quanto concerne una possibile correlazione tra uso del contante ed entità dell’evasione non vi sono dati statistici che dimostrino in concreto la sussistenza di una correlazione tra i due fenomeni. Tuttavia è di difficile confutazione l’assunto in base al quale vi sia un collegamento tra moneta contante e fenomeno evasivo. Come dichiarato peraltro dall’unità di informazione finanziaria (Uif) di BankItalia, il contante è considerato un importante fattore di rischio sotto il profilo del riciclaggio, questo in considerazione del fatto che il denaro liquido è considerato comunque uno dei veicoli preferiti per permettere all’economia illegale di “trasformare” profitti illeciti in profitti leciti.
Alcuni casi pratici in tema di pagamento in contanti
Come detto quindi l’art. 1 comma 898 della legge di stabilità 2016 ha previsto che, a partire dal 1° gennaio 2016, non possono essere effettuati pagamenti in contanti di importo superiore a 3 mila euro. La norma è valida inoltre per i libretti di deposito bancari o postali al portatore e per i titoli al portatore in euro o in valuta estera. Al riguardo occorre anche considerare che:
- Nel caso di pagamento a rate: L’art. 49 comma 1 del D. Lgs n. 431/2007 pone il divieto di suddividere in modalità artificiosa i pagamenti, e pertanto qualora si concordi prima su quali siano le modalità di pagamento rateale (ad esempio 10 rate di 500 euro per un debito di 5 mila euro) per il contribuente non ci dovrebbero essere pericoli di accertamento (l’amministrazione ha comunque la facoltà di controllare se la suddivisione dei pagamenti sia avvenuta in maniera non artificiosa);
- Operazioni su C/C: Come stabilito da Circolare del Ministero dell’Economia è possibile effettuare un prelievo o un versamento di oltre 3 mila euro da e verso C/C: in questo caso infatti il titolare del rapporto di C/C ed il beneficiario sono la stessa persona, per cui il limite di 3 mila euro non è da considerare;
- Canoni di Locazione: la norma introdotta dalla legge di stabilità 2014, per la quale i canoni di locazione di ogni importo devono essere pagati con mezzi diversi dal contante è abrogata dalla legge di stabilità 2016;
- Pagamento tributi: in questi casi, indipendentemente dalla natura del tributo, superata la soglia dei 3 mila euro non è ammesso il pagamento in contanti;
- Pagamento della pensione: Resta in vigore l’obbligo per la P.A. di pagare gli emolumenti superiori a 1000 euro tramite pagamenti elettronici (pertanto anche la pensione superiore al suddetto importo deve essere pagata tramite strumenti telematici).
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